L’ingresso nel Regno Unito è consentito UNICAMENTE con il passaporto, con validità residua per almeno tutto il periodo di permanenza nel Paese. Il passaporto collettivo non è accettato. Le carte d’identità UE, rilasciate anche dall’Italia, sono utilizzabili solo dai cittadini UE in possesso di settled status o pre-settles status. I cittadini italiani, che intendano viaggiare nel Regno Unito per turismo (soggiorni di durata massima di 6 mesi), sono esentati dal visto (c.d. Standard Visitor Visa).
Il Governo britannico sta gradualmente introducendo l’ETA (Electronic Travel Authorisation), quale requisito di viaggio. L’ETA non è un visto, bensì un’autorizzazione (elettronica) a viaggiare nel Regno Unito, riservata agli stranieri esentati dal visto. L’ETA è prevista per soggiorni di breve durata.
Cosa cambia dal 2 aprile 2025?
Dal 2 aprile 2025 (con la possibilità di fare domanda, a partire dal 5 marzo 2025), per i viaggi nel Regno Unito, sarà obbligatorio per i cittadini italiani munirsi di ETA, prima della partenza. Sono ovviamente esentati dall’obbligo di ETA i cittadini stranieri, residenti nel Regno Unito, titolari di un valido permesso di soggiorno e, tra questi, i titolari di pre-settled status o settled status ai sensi dello EU Settlement Scheme.

Per maggiori informazioni specifiche ai cittadini italiani, rendersi sulla sezione Viaggiare Sicuri del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
STUDIO E LAVORO
A seguito della Brexit, un visto lavorativo o un visto per studio sono richiesti, rispettivamente, per attività lavorativa e per alcune attività di studio da parte di cittadini europei che non risultino già residenti nel Paese al 31 dicembre 2020. Per maggiori informazioni, trova QUI la pagina dedicata ai lavoratori, e QUI quella dedicata gli studenti.
L’ingresso nel Regno Unito senza visto è consentito per una serie limitata di Permitted Activities, fra le quali NON rientrano la ricerca di un impiego temporaneo, lo svolgimento di un tirocinio (anche non retribuito) o forme di collaborazioni domestiche (per esempio lavori au pair). Sono possibili sanzioni (inclusi il respingimento alla frontiera e/o forme di detenzione amministrativa in attesa del rimpatrio) in caso di violazioni della normativa britannica sull’immigrazione.