6 dicembre 2023 – Il Comitato Intergovernativo dell’UNESCO ha deliberato l’iscrizione dell’arte del canto lirico italiano nel Patrimonio immateriale dell’Umanità.
Traduciamo dal comunicato dell’UNESCO: la pratica del canto lirico in Italia designa una tecnica di canto sotto il controllo fisiologico che intensifica la potenza vocale negli spazi acustici come auditorium, anfiteatri, arene e chiese. Interpretato da uomini e donne, si accompagna da espressioni facciali e gestualità specifiche, che fanno richiamano allo stesso tempo la musica, il teatro, l’interpretazione e la messa in scena. I cantanti sono identificati per la loro tessitura vocale, il colore e la divisione in 6 registri (tenore, baritono, basso, soprano, mezzo-soprano e contralto). Le conoscenze e le capacità legate alla pratica sono trasmesse oralmente tra un maestro e un allievo, attraverso esercisi vocali e per l’introduzione progressiva dei differenti repertori e stili musicali. Le rappresentazioni, le scuole di canto e i laboratori contribuiscono alla trasmissione della pratica, come l’educazione formale nei conservatori e nelle accademie. Inoltre, il debutto della stagione operistica coincide spesso con delle festività e cerimonie locali.
Questa pratica promuove la coesione collettiva e la memoria socioculturale, ed è strettamente legata con altri elementi culturali, come i luoghi di ascolto e la poesia. Si basa ugualmente sui altre professioni, come la scenografia, le luci, i costumi, il trucco. Mezzo di espressione libera e di dialogo intergenerazionale, il suo valore culturale è conosciuto a livello nazionale e internazionale.